India, la terribile piaga del lavoro minorile

Con una popolazione che supera 1 miliardo di abitanti, l’India è il secondo paese più abitato al mondo: un gigante dalle spalle fragili, che nell’ultimo decennio ha sperimentato una crescita economica tale da inserirlo a pieno titolo nel gruppo dei BRICS, pur conservando all’interno profonde disuguaglianze, con un quarto della popolazione che vive ancora al di sotto della soglia nazionale di povertà (dati Banca Mondiale).

 

Il 30% della popolazione adulta non sa ancora leggere e scrivere (dati Times of India).  Particolarmente delicata è la situazione delle donne, sia in termini di alfabetizzazione che di abbandono scolastico: solo la metà di loro accede agli studi secondari superiori.

Nello stato meridionale e decentrato del Kerala, dove si situa il nostro progetto, le disuguaglianze sono visibili solo a partire dal 14simo anno di età: quasi tutti i bambini (il 93%) ricevono e completano il ciclo dell’istruzione primaria (contesto unico in India). Tuttavia solo il 71% di loro accede alle scuole superiori e professionali. Gli studenti provenienti dalle famiglie povere sono costretti ad abbandonare gli studi dopo aver completato il primo ciclo di istruzione primaria, proprio a causa delle difficoltà finanziarie che impediscono loro di accedere a collegi e università.

 

Migliaia di ragazzi ogni anno si ritrovano quindi ad ingrossare le fila dei minori lavoratori: un traffico che resta una piaga per tutto il paese e che riguarda migliaia di bambini e adolescenti che ogni anno vengono acquistati e venduti per essere avviati ai campi di cotone, al mondo della prostituzione minorile o del turismo sessuale, al lavoro d’accattonaggio. Le loro coetanee, nel frattempo, vengono costrette ad un matrimonio precoce.

 

Il nostro progetto opera quindi in un’ottica di equità sociale, e mira ad offrire pari opportunità di una buona istruzione di secondo livello a tutti gli studenti, specialmente se appartenenti ai gruppi sociali più poveri ed emarginati: nasce così nel 2013 l’aiuto al Chris Cappel College, che consiste in un programma di borse di studio per coprire i costi di iscrizione degli studenti più bisognosi, di sostegno al salario degli insegnanti e di ampliamento dell’edificio scolastico. Parte integrante del progetto è anche la formazione dei docenti locali, portata avanti attraverso seminari svolti da personale specializzato messo a disposizione dalla Fondazione Paoletti.

 

Il Chris Cappel College oggi accoglie 350 studenti dai 15 anni in su di religione cristiana, induista e musulmana, e quest’anno ha ospitato anche il primo seminario di formazione del corpo docente. L’intervento, svoltosi dal 26 al 28 settembre, ha coinvolto 30 insegnanti cui sono stati forniti gli strumenti per innalzare l’efficacia del proprio lavoro, gestendo le grandi differenze culturali e sociali tra gli studenti senza dimenticare di promuovere la solidarietà sociale all’interno della popolazione scolastica, specialmente nei confronti dei giovani provenienti dalle zone rurali, a maggiore rischio di abbandono scolastico e di emarginazione.

 

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